La settimana scorsa siamo andati in Alpi occidentali con l’idea di acclimatarci sui 4000 intorno a Sass Fee e poi salire il Cervino da Zermatt. Un bel team di 4 americani e 4 guide: Alberto De Giuli (il boss, coordinatore del team), Beppe Villa (la superguida), Luca Vallata ( il matematico) ed io.
Purtroppo il meteo ha cambiato subito i nostri piani e, viste le previsioni in rapido peggioramento durante la settimana, abbiamo cercato di sfruttare il bel tempo con un tentativo immediato al Cervino dal versante italiano. E pace per l’acclimatamento… Saliti al rifugio Oriondè sotto la pioggia, eravamo fiduciosi della finestra prevista di due giorni di bel tempo, per salire alla Capanna Carrel e poi alla cima. La mattina però ci svegliamo con la montagna imbiancata e con notizie sconfortanti sulle condizioni da parte dei colleghi alla capanna Carrel.
Telefonate, discussioni e telefonate ancora, ed ecco che si parte per il piano C. Trasferimento a Courmayer per salire al rifugio Torino e salire il Dente del Gigante il giorno sucessivo.
Il dente del Gigante è una delle cime di 4000 m delle Alpi e si trova sul versante italiano del Monte Bianco. La sua forma slanciata, che ricorda proprio un grande dente, la rende una delle cime più belle e facilmente riconoscibili anche in distanza. La salita è composta da tre parti, l’avvicinamento su ghiacciaio, la salita alla Gengiva (su terreno roccioso ed infido) e la ripida scalata della torre sommitale, aiutata da corde fisse. La discesa avviene in corda doppia lungo una ripida linea di calate. Si rientra così alla Gengiva e poi lungo la via di salita fino al rifugio. Nonostante il traffico è stata una bellissima salita e tutto il team è arrivato in cima. Scesi a valle, vediamo che le previsioni per i giorni sucessivi continuano ad essere brutte e la cosa migliore è dirigersi sul versante Sud delle Alpi, dove il meteo sembra invece nettamente migliore.
Questa però è storia per un altro articolo…